Il punto settimanale

Ordinarie cronache dallo sfascio

Ave villici!

Eccoci qua, pronti a parlare di nuovo della magia del magico basegoal dai liberi territori di Cialtronia. Non so voi, ma trovo abbastanza difficile trovare qualcosa di cui parlare questa settimane senza scadere nel pecoreccio, cerchiamo quindi di fare un attimo il punto della situazione e partiamo con ordine.

Una piccola chicca di mercato, proprio di questi minuti: il BBC taglia Zalm, uno degli “squilli di tromba” o “colpi” in chiusura di mercato, suggerito da Tomjansen, ci fu detto. Complimenti per lo scouting, come minimo. Una partita giocata, 0/3 (K e due rimbalzati che non hanno passato il monte) e via, tagliato. Al suo posto Profar, che ha alle spalle ben altra carriera e sembra tutt’altro giocatore. Chissà chi tra Vaglio e Greene dovrà fare spazio al nuovo (terza base?) arrivato, del resto anche il BBC non lesina slot ai giovani virgulti maremmani, avendo il solo Cinelli come titolare, almeno per ora.

Nello scorso weekend di gare abbiamo visto un po’di tutto: a Grosseto ben 80 spettatori per la sfida contro il San Marino, partita che si è chiusa con un roboante 7-1 per i Titani. Per i maremmani, ormai con il solo Luciani “autoctono” in campo nonostante i mille proclami di attenzione al vivaio, arriva quindi la prima sconfitta della stagione, con prestazione non indimenticabile dei pitcher Rodriguez e dell’ultimo arrivato Prins. Annullata causa morte Papa la seconda partita al Serravalle.

Nettuno e Reggio Emilia si sono invece divise la posta: gara1 vinta per manifesta dagli emiliani, grazie ad una partenza sprint, che permette di mettere a referto 10 punti nei primi due attacchi. Nonostante il tentativo del manager emiliano di limitare il suo stesso attacco, chiamando un bunt al secondo (!) sopra di 3 punti (!!). Ben 82 gli spettatori presenti al Caselli. Va anche meglio in Gara 2: è il 7° inning quello della magia, quello che rimarrà indelebilmente nei ricordi dei ben 47 spettatori presenti allo stadio emiliano (nuovamente funestato da temperature siberiane, arrivate a toccare stavolta il -19). Nettuno inizia la settima ripresa giocando corto dopo la base per ball dell’ottimo Ciofani, promessa italovenezuelana, una scelta discutibile ma non critichiamo sempre per partito preso. Alla fine dell’attacco laziale si segnano 2 punti ed eccoci sul 6-1. Tocca a Reggio Emilia ed è subito base al cleanup Rodriguez Lopez: nel box il 5° del lineup - con la formazione sotto 6-1 - si gioca per il BUNT, cercando di portare il corridore in seconda (a costo di uno dei 9 out rimasti). Il tutto, evidentemente, nella speranza della valida del 6° per segnare il gol del 6-2. Non so voi, io non ho ricordo di un bunt fatto dalla squadra che perde 6-1 al 7°. E’ semplicemente pazzesco: bunt al 7° sotto 6-1 dal 5° del lineup per sperare nella valida del 6°. Per adesso è il capolavoro dell’anno, ma non dubito che possa essere fatto anche di meglio, sarebbe ingiusto chiudere così presto questo affascinante contest. Certo che l’asticella è messa assai in alto con questa mossa. Ovviamente a patto che si sia trattato di un SH vero e proprio e non di un drag bunt: ci fossero state delle riprese video uno potrebbe anche levarsi il dubbio, ma non essendoci dobbiamo basarci sul pbp.

La sfida più interessante del weekend era Macerata-Bologna, finita in un rocambolesco pareggio. Gara 1, giocata a Bologna (130 spettatori, record), è stata una partita di lanciatori, con ben 25 valide complessive (2 HR, una secchiata di doppi e tanto tanto spettacolo, almeno stando al pbp) ed impreziosita da 2 errori e 6 basi per ball. Gara 2 invece si gioca a Macerata e quindi c’è anche una testimonianza video (unico campo anche questa settimana: sto software deve essere davvero introvabile, eh?) per l’incontro, capace di portare sulle tribune ben 110 persone, meritevoli di una partita dalle mille emozioni e che ha cambiato volto più volte nel corso del suo svolgimento. Alla fine la spunta Macerata, per la gioia di grandi e piccini.

Parma-BBC invece si è giocata il 19, l’ottima partita di Giulianelli è stata rovinata dai disastrosi rilievi di Garbella e Robles, che in due inning di lavoro riescono nella non facile impresa di mettere in base la miseria di 9 corridori tra valide e basi, subendo appena 6 punti. Per Parma invece spicca la salvezza del seconda base Angioi, un ottimo modo per riassaporare quella sensazione magica, roba da palati fini, del baseball da pionieri di cui si diceva qualche “articolo” fa. Anche qui si arriva in tripla cifra per il numero di spettatori: 110. Gara2 non si porta a termine per blackout dell’impianto di illuminazione, a Cialtronia del resto non ci si può distrarre un attimo: non mancano mai avvenimenti bislacchi di cui tener conto. Inutile commentare una mezza partita, ne parleremo a gara conclusa.

Per il resto si fa fatica a commentare, tanta è la miseria della settimana, tra festività, morte del papa che impedisce di giocare partite e ne rimodula delle altre. Quindi, giusto per riempire le famose 4 pagine Word navighiamo un po’ sui siti delle formazioni del Girone Elite, vediamo come siamo messi.

Partiamo dai Campioni d’Italia del Parma: sito aggiornato con news e roster, c’è addirittura perfino una sezione shop, nel caso vogliate compare maglie o cappellino del Parma. Di calcio però, del resto non si sa mai. San Marino è invece ferma all’ultima partita di finale dello scorso anno, fermo allo scorso anno anche il “rooster”, qualsiasi cosa sia. E-shop non se ne parla nemmeno, pare brutto. Va meglio con il sito della Fortitudo, niente shop, ma aggiornata la pagina delle news e del roster. A proposito di Fortitudo segnalo che è la prima società a fare un qualcosa per attrarre pubblico allo stadio all’orario infame delle 20, lanciando una promozione per delle patatine fritte gratuite prima della prossima gara casalinga. Torniamo ai siti, tocca al BBC Grosseto: news ferme alla morte di Irving Holms (a proposito, il ritiro del numero di Self poi? Nulla?), roster fermo a quello di 2 anni fa, nessuno e-shop. BSC Grosseto: news aggiornate, nessun e-shop, roster fermo a 2 anni fa anche in questo caso. Reggio Emilia: sito che credo si appoggi sulla piattaforma WBSC, ma non proprio il massimo. Nettuno e Macerata: io non sono riuscito a trovare nessun sito, solo pagine social.

Anche qui, sarà il non farsi mai andare bene niente, ma mi pare che la situazione sia tendente al disastroso. Però per carità, lamentiamoci della scarsa visibilità, diamo la colpa ai ragazzi di oggi che, signora mia, non hanno voglia di fare nulla e non perdono nemmeno tempo alla ricerca di questo strano sport. Noi facciamo tutto il possibile per offrire un prodotto decente, per essere presenti. Niente TV/Youtube, niente sito, quando va bene qualche pagina social più o meno sgangherata: poi lamentiamoci se assistono alle partite 130 derelitti (nei migliori dei casi) ed anche una scatola di palle in più rappresenta una spesa da sudorini freddi.

Darei volentieri un’occhiata alle Minors parlando anche di una chicca di cui sono venuto a conoscenza di recente, ma non vorrei togliere spazio al buon Jeremy, semmai ci torno io prossimamente. Altra news di questi minuti è l’articolo sul Regio Sito che, dopo due settimane di stenti e mutismo, si degna di darci qualche riga di spiegazione sulla questione TV: una gran pappardella per dire che da Luglio 2024 (un briciolino di colpa a Marcon vogliamo dargliela?) siamo poco oltre il “cara mamma virgola”. L’importante sinergia tra Cloud GFX e 051ITservice dovrebbe comunque risolvere il problema, siate fiduciosi: “A breve, quindi, sarà gradualmente ripristinato il servizio di streaming”. Quantificare il breve non sarebbe stato male, visto che domani si avvia il terzo weekend di gare, ma non stiamo a spaccare il capello in 4. Ringraziamo che almeno qualcuno si è degnato di farci sapere qualcosa, di questi tempi non è poco.

Ora invece vi sollazzo con un minimo di “approfondimento” sulla questione oriundi/stranieri, che tanto interesse suscita ogni qualvolta si accende la discussione su questo tema.

Sgombriamo subito il campo da stupide accuse di razzismo: uno perché è un’accusa cretina che non accetto (basterebbe conoscere la nazionalità della mia compagna, per sapere quanto possa essere razzista), due perché il punto non è assolutamente quello. Nessuna preclusione a “italiani di rientro”, una buffa definizione che ho trovato online e che mi piace assai, o agli stranieri in quanto tali. Il discorso che faccio è solamente che non possiamo permetterceli, economicamente e politicamente: tutto qui. Con le nostre modeste finanze, peraltro, dovendo pescare 10-15 giocatori da oltreoceano, si va inesorabilmente a pescare mezze calzette dai livelli più infami che nulla apportano al livello complessivo. Si tratta quindi di una spesa inutile e dannosa, dato che prosciuga le già esangui casse societarie senza nulla aggiungere al fantomatico “livello”, giocoforza sempre più mediocre. Spese che vanno sostenute di anno in anno, per giunta, diventando dei veri pozzi senza fondo che annientano le possibilità di investimento in altri settori. Senza parlare del senso di estraneità degli appassionati di fronte a roster che vengono stravolti ogni 12 mesi, azzerando qualsiasi senso di appartenenza ed attaccamento.

Personalmente sarei felicissimo di vedere meno giocatori importati di dubbissima qualità e molti più giocatori veramente “decisivi”. Sparo nomi a caso: un conto è vedere un Ventura, un Navarro, un Matos, un Green, un Simontacchi, un Vatcher o fate voi il nome dei “big” che preferite. Insomma, con tutto il dovuto rispetto, 10 euro per vedere un Navarro-Matos li pagavo assai volentieri, 10 euro per vedere i pitcher ed i lineup di oggi sinceramente ci penso un attimino. Un conto è vedere un lineup infarcito di giocatori che al massimo hanno fatto qualche comparsata in Rookie League (livello al quale perfino noi, estrema periferia dell’impero e con un settore giovanile ridicolo quale del resto abbiamo, riusciamo a mandare uno o due ragazzi ogni anno), un conto è vedere un lineup con un Vatcher ed un Quintana contorniato dal meglio della produzione locale. Vatcher e Quintana che sono a fine carriera e che oltreoceano riuscirebbero, forse, a strappare un contratto poco più che dopolavoristico in Frontier League, nel migliore dei casi: questo è ovviamente sottointeso, ma ben venga una cosa del genere, almeno per i miei gusti. Poi ci mancherebbe, liberissimi di farvi piacere l’Herrera di turno e reputarlo “alto livello”.

Anche facendo al volo qualche conto della serva di sicuro si spenderebbe meno a livello di payroll e si potrebbe spendere il rimanente, se proprio si vuole fare i signori, in una qualsiasi attrezzatura per i nostri sgangherati campi o – pensate l’ardire – in un tecnico di livello (quello si, non qualche disperato cubano da schiavizzare a giornate intere per 6 mesi all’anno) per le giovanili in grado di formare al meglio i giocatori del domani. In campi dove anche solo una radar-gun è utopia o il monte del bullpen versa in condizioni lacrimevoli, vedere che si paga una dozzina abbondante di mezze calzette a me fa sospirare, ma tanto anche. Il tutto per poi essere a livello della radio a galena, come abbiamo visto in queste due prime tormentate settimane di campionato. Perchè alziamo il livello (le risate) ma si fa di tutto perché nessuno ci veda. Che forse è anche meglio che nessuno veda questi aborti, va detto.

Su questo punto poi si innesta un altro grande tema che vedo ricorre spesso: proprio quello del livello. Ora, mica per altro, ma anche questo mi sembra un po’ il classico dito dietro il quale è facile e comodo nascondersi. Non è che ci sia da vergognarsi di essere il terzo mondo del baseball, anzi giocare a truccare le carte, gonfiando il petto come i piccioni con l’ingaggio dell’oriundino o lo stranierino di turno senza costruire basi solide non mi pare una gran mossa strategica. Ma questo non perché lo dice Enrico Luschi, bensì perché lo dice, impietoso, il pbp alla voce “attendance: 47”. Un altro punto, con questa ossessione del livello: pare che se non si alzi il livello del campionato tutto crolli. Ora, non so, ma facendo un paragone con le automobili, non è che da A a B ci si possa andare solo se si ha sotto il culo una Ghibli Maserati, in mancanza della quale, a priori, nemmeno si tenta di andare a B. 

In base alle proprie disponibilità si può benissimo compiere il tragitto anche con una BMW, una Mazda o una Dacia, o anche col bus o in bici, perfino a piedi, se si è proprio disperati. Non vedo quale sia il problema. Come se, traslando il discorso al pallone, Stati Uniti o Cina rinunciassero a qualsiasi progetto di sviluppo perché tanto non vinceranno mai la Coppa del Mondo. Insomma, i giocatori di baseball italiani, con tutti i loro limiti, hanno due braccia o due gambe come gli altri, eventualmente il problema è il livello di formazione che gli viene offerta nelle giovanili, non certo la possibilità – per i pochi superstiti rimasti a 18 anni - di stare in panchina ad ammirare le magie di uno Zamora (ve lo ricordate? Eh, un perché ci sarà) che toglie un anno di AB allo Sgnaolin di turno, almeno così si parla del passato, senza urtare la sensibilità di nessuno dei giocatori attuali.

Probabilmente è vero il discorso che sento fare da tanti che gli anni d’oro non torneranno più, che la generazione d’oro dei 60-70 è irripetibile, ma sono parole che secondo me hanno il peso che hanno, essendo dogmi assoluti ma indimostrabili. Come se poi, con tutto il rispetto per i grandi nomi del passato, si stesse parlando di mostri sacri che hanno scritto la storia della Major League: la generazione d’oro ne prendeva pur sempre 20-25 a ogni partita da Cuba, altrettanti dai collegiali americani, e sbattagliava ogni volta con l’Olanda per l’alloro europeo. Ma almeno erano i nostri, i frutti del nostro lavoro e che ci hanno permesso di avere un minimo di basi fino alla fine dei ‘90, invece di fare di tutto per fare un gradino in più (prenderne solo 10 da Cuba, magari), si è trovato più saggio bruciare fino agli ultimi spiccioli per ingaggiare gli Incantalupo, i Comoglio, i Rovinelli del primo decennio del nuovo millennio. Certo, la scuola italica aveva i suoi limiti, ci mancherebbe, ma era una scuola che permetteva ad ogni formazione di giocare con un lineup magari per 7/9 interamente frutto delle giovanili di zona, cosa che ai tempi odierni pare essere quasi vietata dal regolamento. Perchè o si produce il Trout di turno (evidentemente per essere al pari del “livello”) o una AB con protagonisti due novelli Martignoni-Tondini – con tutto il dovuto rispetto per i due ex giocatori citati - pare brutto anche solo auspicarlo, mentre un Ciofani-Zalm quello si che è burroso! Che senza andare a ricercare i pienoni dei dorati anni ‘80, sarebbe sufficiente ritornare almeno ad inizio 2000, quando - almeno allo Jannella – si vedevano 500 persone anche contro l’allora sgangherato San Marino e per i big match si arrivava senza alcun problema almeno a numeri a 4 cifre.

A me sembra semplicemente incredibile che nessuno abbia la decenza di tirare una riga per segnare lo stop e provare a ricostruire su queste macerie: con questo disastro sotto gli occhi di tutti, con numeri impietosi, totale assenza dai media (per disinteresse e repulso altrui e sciatteria nostra) e con i settori giovanili al collasso non so cosa altro si aspetti.

Enrico Luschi

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