Nella allegra fattoria - di Jeremy Brown

"Tutta una serie di interessanti possibilità"

Ben ritrovati sodali,

eccoci nuovamente qua a dissertare sull’Inferno ed il Purgatorio, ovvero le serie C e B, della italica pallabase e cominciamo col proporvi una cosa; provate a chiedere al vostro smartphone: “Alexa (o Siri, a seconda del gestore), quali sono i principi fondanti dello Sport?”.

A questo punto l’ A.I. , che seppur artificiale è pur sempre un’intelligenza, risponderà prontamente: “Lealtà, rispetto ed inclusione”. Condivisibile senza alcun dubbio e, concentrandoci sulla parla INCLUSIONE possiamo tranquillamente scrivere a caratteri cubitali, sulla parete della nostra stalla immaginaria, un dogma chiaro ed inconfutabile: “Tutti gli animali sono uguali”. 

Penso che su questo siamo tutti d’accordo, giusto?

Andiamo quindi ad analizzare alcuni dati, facilmente riscontrabili da tutti con una semplice e banale ricerca Google, sul numero di tesserati F.I.B.S. e su quella che è la composizione della società civile di cui noi tutti facciamo parte. Vi anticipo che suddetti numeri verranno arrotondati per comodità dello scrivente. La federazione della pallabase contava nel 2024 ben 22.000 tesserati, di questi il 25% sono tesserati di sesso femminile che vanno a popolare il mondo parallelo del Softball e le serie giovanili fino all’U15 in cui possono essere equiparate ai maschietti anche nel baseball; il 38% dei suddetti tesserati è invece costituito da atleti U14 senza alcuna distinzione di sesso. Numeri non proprio esorbitanti ma, al netto di “si poteva fare meglio” questi siamo, piaccia o non piaccia. Ovviamente tutti auspichiamo che i numeri mostrino una crescita a partire già dal corrente anno.

Veniamo quindi alla società civile. In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, risiedono 5.700.000 circa di immigrati, magari nati in Italia ed in attesa della cittadinanza, con regolare permesso di soggiorno, di questi il 70% viene da paesi extraUE. Una robetta che vale circa 3.500.000 persone; ecco pensate adesso cosa significherebbe per il nostro movimento intercettare solo l’ 1% dei suddetti, avremmo subito disponibili 35.000 nuovi tesserati. La cifra può sembrare risibile, ma confrontata con quelli che sono i numeri F.I.B.S. corrisponde ad una volta e mezzo il numero dei tesserati attualmente in forza e, pertanto, non è proprio "robetta".

Ci siamo tutti fino a qui? Bene, andiamo a vedere quali sono le norme regolamentari sia in ambito generale che nelle serie minori, anche perché proprio di quelle vogliamo parlare in maniera un po'più approfondita.

La prima norma, comune a tutti, è la distinzione in atleti AFI e NON AFI; tralasciamo ovviamente i perché ed i percome si è arrivati a questa distinzione, non ci interessa e non è determinante nello sviluppo del discorso. Essa viene riassunta nel capitolo 2.2. della documentazione di attività agonistica (almeno che non sia cambiata da venerdì scorso). Recita il testo:

Si definisce Atleta di Formazione Italiana (AFI):

1. Atleta senza distinzione di cittadinanza con almeno 3 anni di tesseramento anche non consecutivo entro l’anno solare in cui compie il 23° anno di età. Per tutti i nuovi tesserati dal 2022 in avanti, l’acquisizione dello stato AFI avverrà se maturerà 4 anni di tesseramento, anche non consecutivi, entro il 21° anno di età.

2. Fino al 18° anno di età gli atleti NON AFI possono essere utilizzati alla stessa stregua degli atleti AFI pur non acquisendone lo status. Si tratta ESCLUSIVAMENTE di atleti che NON necessitano di qualsivoglia tipo di visto e permesso di soggiorno per rimanere sul territorio italiano. Per 18° anno di età si intende l’anno solare di compimento. Pertanto, per il 2025, sono ricompresi in tale norma tutti gli atleti nati dopo il 01 gennaio 2007.

Già dal punto uno si evince che l’età ultima, per avvicinarsi al “fantastico giuoco del baseball” e riuscire ad ottenere l’agognata qualifica, è l'età della ragione: 18 anni. Quindi cari ragazzi, se avete la malaugurata idea di cominciare a giocare dopo quell’età fatelo pure, ma ben consci che resterete sempre e comunque nella situazione degli Iloti. Peraltro il vostro tesseramento costerà più degli altri , che AFI lo sono, ovvero 30 euro in serie C e 105 in serie B. Per la serie vi dovevate svegliare prima, inutile che piangete adesso, quindi… muti, rassegnati e se vi vergognate anche un pochino è parecchio meglio.

Il bello però si legge al punto due: si evince da quanto scritto che un U18, pur non essendo in possesso della qualifica, può essere utilizzato come tale e fa un gran comodo alle società militanti in Serie C e Serie B, che da questa stagione vedono l’obbligo rispettivamente di DUE U18 e Un U18 che debbono sempre essere inseriti a line up. I trasgressori verranno puniti con l’esclusione da eventuali playoff; la stessa mancanza avrà conseguenze ben più drastiche nello svolgimento degli stessi poiché la sanzione sarà la sconfitta a tavolino. Nei playout invece no, nessun obbligo; si vede che mossi a pietà hanno deciso che quando si tratta di salvarsi bisogna giocarsele tutte quindi via gli U18 dal campo o perlomeno l’obbligatorietà nello schierarli. 

Bene l’U18 NON AFI in possesso di permesso di soggiorno, quindi non comunitario, nelle seniores rimane un NON AFI extraUE e quindi soggetto a tutte le restrizioni del caso, che per un atleta extraUE sono maggiori rispetto a quelle di un NON AFI.

In pratica, volendo prendere come esempio la società spartana, oltre agli Iloti non ci facciamo mancare neanche gli schiavi (Neodamodi? Tresantes? Privati? Ah, saperlo...) ; tutto questo per il sommo gaudio, ad esempio, di tutti i ragazzi di seconda generazione che ancora non sono potuti diventare cittadini italiani.

Ci siete fin qui? E’ una situazione assai incasinata, lo so, tanto che sono state necessarie ben due video conferenze (in base a quanto ci è dato sapere e se così non fosse smentitemi pure), per spiegare l’applicazione della regola alle società interessate. Nel corso delle videoconferenze siamo arrivati anche ad introdurre la norma del “giocatore di emergenza”, una volta constatata la non abbondanza di atleti U18 in giro per l'Italia. La norma in questione è talmente surreale e dadaista che mi esimo dal commentarla, lascio alla vostra volontà l’andarvela a cercare, ma colgo l’occasione per specificare che la fascia maggiormente toccata dall’abbandono del nostro sport è proprio quella 15-18. Alcuni sostengono che ciò sia dovuto al fatto che le seniores lascino poco spazio ai giovani, io credo che dipenda anche e soprattutto da dei campionati Juniores al limite del ridicolo che fanno giocare poco e male; tuttavia questo è un altro discorso che qui non ci interessa, per cui passiamo oltre.

Vediamo quindi in cosa consistono le limitazioni a roster e lineup; quelle a roster sono comuni, ovvero almeno il 50% del roster deve essere composto da giocatori AFI e tale percentuale dovrà essere rispettata anche all’appello nominale da svolgere nel pregame, grande reintroduzione dal passato perché, in effetti, il controllo dei documenti e delle presenze da parte degli arbitri con il dirigente accompagnatore facilitava troppo il tutto e noi, come dicono a Napoli, "'amm' a patì'".

La falla, vi chiederete voi, dove sarebbe in tutto questo? Pertanto vi faccio un esempio e poi vi lascio riflettere: la società X ha 26 tesserati, tutti ascrivibili a roster e così ripartiti 13 AFI, compresi gli u18 che deve avere, e 13 NON AFI; converrete con me che la società X ottempera alla richiesta del 50% minimo di AFI, giusto?

Ecco, il dirigente accompagnatore della società X stampa il roster 6 ore e 1 minuto prima della scadenza, confermando i suoi 26 giocatori. A questo punto succede il patatrac, i poli terrestri si invertono e l’apocalisse si manifesta; squilla il telefono ed è uno dei 13 AFI che non può venire perché…. Perché si è svegliato con un foruncolo enorme e si vergogna… Lasciamo perdere i motivi, non ci interessa e rimane il fatto: NON VIENE. Magicamente sorgono i problemi in sede di appello nominale perché i giudici di gara leggeranno tra i presenti 12 AFI e 13 NON AFI quindi "ciao core" al 50% e, fino a quando la situazione non verrà sanata, non consentiranno l’avvio della gara. In sintesi dovrete scegliere uno dei vostri iloti (personalmente consiglio il metodo della pagliuzza o la conta stile ambarabaciccicoccò) e farlo accomodare in tribuna.

Se aumenta, disgraziatamente, il numero di AFI che si svegliano col foruncolo, giocoforza aumenterà il numero di iloti in tribuna. Guardiamo il lato positivo: almeno si alza il numero degli spettatori, ne abbiamo un gran bisogno. 

Eccoci quindi arrivare di slancio alla gara, la società X ha sanato il roster epurando gli iloti in esubero e si può cominciare liberamente a giocare. ”Seee, corca…” direbbero er Libanese o er Teribbile. Ed avrebbero financo ragione, visto che vi sono le norme inerenti alla gara. Vediamole dunque: in serie C si ha l’obbligo di schierare minimo 4 AFI, tra cui 2 U18, e 5 iloti, ehm NON AFI, (mai sul monte di lancio) e se invece degli iloti abbiamo gli "schiavi", i NON AFI extraUE, ne possiamo schierare solo 3 contemporaneamente. Ovviamente essendo questo un requisito minimo alla continuazione della gara, per ogni AFI che esce dal campo il rimpiazzo dovrà essere un AFI, e per un U18 un altro U18. In serie B invece il numero degli "schiavi" schierabili scende ad UNO mentre gli "iloti", se comunitari, possono almeno godere del privilegio di salire sul monte, ma solo nella seconda gara di giornata. Questo particolare dovrebbe farvi comprendere il motivo di molti NON AFI comunitari in serie B. 

In tutto questo ben di Dio poteva mancare il corto circuito? Certo che no ed ecco l’esempio che cercherà di mostrarlo.

La società Y arriva alla giornata di gara con un roster risicato di 10 persone, evento rarissimo in serie B, ma soventemente riscontrabile in serie C, fidatevi per una volta. Bene, la società Y ha avuto la fortuna di avere trovato 5 AFI e 5 tra iloti e schiavi; la norma del 50% è rispettata quindi ci si avvia con difficoltà verso la stagione, tralascio gli U18 tanto alla società Y non frega nulla dei playoff, non ha velleità di promozione e gli basta fare attività per promuovere il baseball, magari anche in una zona disagiata. Tutto molto bello, ma il mega foruncolo incombe e uno dei 5 eletti comunica che non può venire e la catastrofe ormai è stabilita. Rimangono 4 eletti e 5 tra iloti e schiavi per l’appello nominale: va sanato il 50%, quindi via uno dei 5 vili non foruncoluti e magicamente si diventa 8. Partita persa, game over e tutti a casa. Il bello è che la società Y avrebbe garantito i requisiti minimi chiesti al lineup, ma si evita di far giocare 9 riprese a dei poveri disgraziati. Decidete voi se si tratta di compassione per la società Y o se la stessa si sta operando in tutti i modi possibili per essere una società che cerca di tirare avanti la passione per questo sport. I suoi sforzi vengono meno a causa di tutta una serie di regole e regoline che vanno ad incidere sullo sviluppo di un movimento a noi caro, decidete voi se nel bene o nel male.

Giungendo alle conclusioni: come potete ben vedere, lo scrivente si è astenuto dal formulare giudizi ed esprimere il suo pensiero in merito, anzi vi invito a formularne uno tutto vostro, di pensiero. Vi ricordo solamente di tenere ben presente che si parla delle serie di ingresso per un movimento ahinoi agonizzante e che ci auguriamo trovi degli impulsi di crescita.

Una volta che avrete definito il vostro pensiero, per tornare all’incipit di questo scritto, valutate anche se, all’interno della nostra stalla, può rimanere la scritta “tutti gli animali sono uguali” o se sarebbe più opportuno correggerla in “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”. Valutate voi…

Ad maiora.

Jeremy Brown

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